domenica 11 ottobre 2015

Tigrotto psicopatico con istinto omicida


Mentre lavoro per recuperare alcuni articoli che scrissi nel mio vecchio blog, ma che sono rimasti sul mio vecchio pc ormai tristemente deceduto, vi racconto la storia di alcuni esseri che rallegrano la mia vita. Almeno per oggi che è domenica vi salvo dai miei deliri mistici su temi più seri! Quindi vi racconterò di Johnny!


Era una domenica pomeriggio di fine settembre e mi ritrovavo in un paesino fuori dalla mia città. Avevo passato la mattina a studiare con delle mie compagne di università in previsione di un esame e ormai era arrivata l’ora di andare a prendere il treno e tornare a casa. Era una bellissima giornata, non troppo calda, così decisi di fare due passi fino alla fermata successiva in modo da sgranchirmi le gambe in mezzo agli aranci.
Dopo qualche minuto che camminavo però vidi qualcosa muoversi in mezzo alla strada, tra le macchine che passavano senza curarsene. Era un microscopico gattino terrorizzato, che rischiava di essere investito. Decisa a salvarlo, presi la mia giacchetta e mi catapultai in mezzo alla strada cercando di non farmi cilindrare da qualcuno. Per fortuna riuscii a prendere il micino e a portarlo via con me. Era davvero piccolissimo e tremava parecchio. Così senza neanche pensarci decisi di tornare a casa di una mia amica per chiederle aiuto, siccome era il posto più sicuro e vicino dove lo potessi portare. Arrivata da lei ci rendemmo conto che il povero gattino avrà avuto nemmeno un mese di vita ed era fortemente denutrito, pieno di pulci e molto disidratato.

Decidemmo così di metterlo al caldo in una scatolina in modo che potessi portarlo a casa mia senza troppi problemi, dato che nella casa dove vive questa mia compagna di corso non le è consentito tenere animali. Ma rimaneva un grande problema: dargli da mangiare. Era chiaro che fosse ancora troppo piccolo per mangiare cibo solido e dare il latte di mucca che beviamo tutti noi la mattina è fortemente sconsigliato, perché l’avrebbe fatto vomitare.
Per fortuna ero a conoscenza di un negozio per animali dietro casa mia che la domenica è aperto, così, di strada, decisi di fermarmi per prendergli del latte apposito per gatti. E così il microscopico micio arrivò a casa mia sano e salvo.

Dopo essersi fatto un mega scorpacciata di latte e cibo arricchito con minerali e proteine specifico per il ricovero di felini, bisognava portarlo dal veterinario. Come fare se la domenica sono tutti chiusi? Mi toccava aspettare il lunedì.
Così il giorno dopo lo portai insieme a qualche mia amica nell’ ospedale veterinario della mia facoltà, facendo morire di tenerezza tutte le persone che vedevano questa pallina di pelo arancione miagolante.

-         -     Dovrebbe avere meno di 3 settimane… è un maschietto… pesa 420 gr, ohh ma che carino! -  ci disse la veterinaria.

Dopo avergli dato pastiglie per i vermi, Frontline per le pulci che probabilmente costituivano
metà del suo peso, me lo riportai a casa e fu l’inizio della mia prima esperienza da mamma-gatto.

Ricordarsi di dargli da mangiare almeno 4-5 volte al giorno, tenerlo al caldo, non fargli mettere in bocca qualunque cosa gli capiti a tiro, non farlo arrampicare in posti strani e fare attenzione a non spiaccicarlo. Una delle cose che mi ha fatto più tenerezza di questo micio è stato il fatto che tra me e le mie 3 compagne di università che mi hanno aiutato e se ne sono prese cura, abbia scelto me come “mamma” senza nemmeno esitare un attimo.
Mi insegue ovunque, si addormenta sempre vicino o su di me, chiede espressamente coccole e adora i miei bacetti sul muso, diventando inerte, caldo e molliccio quando inizio a riempirlo di tenerezze.

Ma dunque perché questo articolo si intitola “Tigrotto psicopatico con istinto omicida”? Beh per prima cosa, questo micio pulcioso mi ricorda tremendamente Hobbes, la tigre di peluches del fumetto “Calvin e Hobbes”. Secondo è un micio psicopatico per davvero.

Oltre ai numerosi attentati ai miei calzini e al fatto che i miei capelli costituiscano per lui una delle più deliziose invenzioni culinarie, uno dei giochi più divertenti oltre “mangiamo i piedi e le mani di Anna” è costituito da “facciamo gli agguati nel sonno alla mamma perché ho fame”. Così a orari che variano dall’ 1 alle 7 del mattino mi trovo una palla di pelo che salta o si siede sulla mia faccia miagolando e toccandomi con le zampette per farmi svegliare e farsi dare della pappa prima di tornare a dormire al calduccio vicino a me.

Perché si chiama Johnny però?

Escludendo il fatto che io e i miei amici lo abbiamo ribattezzato “little gangster”, l’idea originale era di chiamarlo Pumkin (dall’ inglese “zucca”), ma non è un nome da gatto. Così le mie tre amiche che mi hanno aiutato hanno iniziato a proporre svariati nomi assolutamente assurdi e orrendi come Loki, Pussy e la traduzione di “passera” in svedese che il mio cervello si rifiuta di ricordare. Le mie proposte erano Mr Bean e Ravel, ma sono state bocciate, così ho proposto Johnny ed è stato accettato.

- “Ahhhh da Johnny Bravo/Johnny Depp!!!” penserete voi.

In realtà non so nemmeno io perché mi sia venuto in mente, ma mio cugino mi ha ricordato di John di The Mentalist.
John il Rosso, il più terrificante e psicopatico serial killer che ci sia in questa serie. Direi dunque che la sua variante Johnny si addice a pennello a questa piccola bestia di Satana.


E quindi ecco a voi il mio piccolo gatto! Salvato dalla strada e con una mamma che se ne prende cura e lo riempie di cibo e coccole. Direi che è stato fortunato :)


2 commenti:

  1. Ma che carino! Ho sempre desiderato un gatto, ma mia madre li odia... Quando cambierò definitivamente casa, forse...

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    1. È dolcissimmo! Guarda nemmeno io pensavo che mi sarei ritrovata un gatto in casa ma alla fine è arrivato da solo e non potevo non prendermene cura :)

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