domenica 24 aprile 2016

Il peggio di internet #10


Per la decima puntata ho deciso di fare un cambio. Invece di pubblicare la domenica il venerdì lo farò di domenica da oggi in poi per diverse ragioni (principalmente il venerdì torno a casa troppo tardi dopo 10 o più ore di pratica o turno in clinica e il mio cervello rifrigge nel brodo di neuroni morti dalla fatica). Quindi eccoci con altre terribili, orrende, disgustose scoperte fatte sul web… iniziamo…

CLASSIFICA DEL DISAGIO

#10 posto

Il latte per i gatti… meno male che i commessi ci tengono a ricordare che non mungono i mici, per adesso.


#9 posto

Di annunci strani ne ho visti in vita mia, ma questo forse li batte tutti. Notare i mattoni sul terrario, non si sa mai che voglia uscire a fare quattro passi (screenshot da Facebook).



#8

Prendersi cura di animali trovati per strada: lo stai facendo nel modo sbagliato imbecille…



#7

Vi è mai successo di non trovare più calzini, o i vostri boxer? A volte non è colpa della lavatrice, ma di un soffice amico che ama divertirsi con indumenti intimi maschili.




#6

È giusto dare ai vegani i giusti meriti. Questo pollo al forno con le patate sembra davvero delizioso!




#5 posto

Forse qualcuno di voi la conosce, Celeste Barber, una comica australiana, ricrea le foto di celebrità importanti in chiave un po’ più realistica. Alcune sono fantastiche.





#4

Quando l'architetto disse "facciamo 3 finestre un po' a cazzo" non pensavo dicesse sul serio...


#3 posto

Ai poveri scapoli, studenti, negati chef che non riescono ad arrangiarsi una cena da soli senza dare fuoco agli spaghetti…



L’ argento va a…

A questa bellissima opera d’arte. Ritratto: pelo bagnato su gamba.



And the winner is…

Il dildo drone, l’invenzione più terrificante che abbia mai visto… che poi se avessi un animale in casa? Mi troverei il gatto a dare la caccia a un pisello volante?




E per gli imperbidili di questa settiana per voi ho uno snack delizioso! Parola di Anna: patatine alla bagna càuda. Fantastiche se siete per strada e affamati!


Grazie per essere stati con me per questa puntata, e ci rivediamo la prossima domenica con altri orrori del web!


Questa foto è fantastica...

giovedì 21 aprile 2016

Storia della chirurgia: parte prima


Come alcuni di voi sanno, studio veterinaria. Ma in realtà ho sempre avuto una grande passione per la medicina in generale, specialmente per la chirurgia. Mi sembrava giusto quindi, scrivere una serie di articoli per raccontarvi le origini di questa disciplina, che un giorno spero di poter praticare. Spero vi interessi e vi affascini almeno un po’!
E iniziamo quindi con il primo di una serie di articoli, per percorrere insieme l’evoluzione di una disciplina che ha cambiato il mondo e unisce magia, arte, scienza e tradizione, ma che a contempo è anche raccapricciante e folle. Buona lettura!



Storia della chirurgia: 1ª parte

L’ abolizione del dolore in chirurgia è una chimera. Bisturi vorrà sempre dire dolore.
Dr. Alfred Velpau, chirurgo francese, 1839

Dagli Egizi all’antica Grecia

Si pensa che la chirurgia sia una disciplina moderna, sviluppatasi soprattutto negli ultimi decenni e nata appena qualche secolo fa. In realtà la sua origina risale a millenni e millenni fa, trovando le sue origini nell’ Antico Egitto.

All’epoca dei faraoni, vi era già una forma di curare alcune patologie, seppur in maniera molto rudimentale e mischiando religione e magia con la medicina. Un primo trattato di chirurgia venne scritto nel 2700 a.C. dal sacerdote Imhotep che alla sua morte venne deificato e riconosciuto come dio della medicina.
Successivamente venne scoperto un trattato risalente al 1600 a.C., che oggi si conosce con il nome di papiro di Edwin Smith e raccoglie ben 48 casi clinici, dove si distinguono diversi traumi, tumori e fratture, con le rispettive cure utilizzate e gli strumenti chirurgici adoperati. Vengono descritte amputazioni, trapanazioni effettuate a mano senza alcuna forma di anestesia previa, talmente dolorose da causare spesso la morte del paziente durante il trattamento.


Un esempio: per operare una ferita profonda si procedeva facendo un’incisione con coltelli utilizzati per la mummificazione, e dopo aver effettuato le dovute riparazioni, si procedeva a chiudere l’apertura con le stesse cuciture utilizzate per l’eviscerazione delle mummie. Si continuava poi ponendo carne cruda sulla ferita legata con delle fasce, per fermare la fuoriuscita di sangue, per un giorno; infine si ricopriva con unguenti che potevano essere di gesso e miele per impedire infezioni, sali di rame e sodio per diminuire le secrezioni e aiutare la cicatrizzazione, oppure foglie di salice e ammoniaca per curare le infiammazioni.

Nel papiro di Smith, oltre a strumenti e operazioni che più che alla medicina sembrano appartenere a un qualche psicopatico, vi si possono leggere anche delle innovazioni che ancora oggi vengono utilizzate, seppur evolute notevolmente. Vengono infatti introdotti l’uso delle garze, tamponi, bendaggi, stecche per le fratture di arti e punti di sutura. Inoltre l’autore del papiro distingue la figura del chirurgo da quella del medico: a differenza di quest’ultimo, il chirurgo non si limitava a curare un paziente, ma osservava ciò che aveva di fronte, descrivendo ciò che vedeva con una terminologia che fosse adatta e degna di nuove scoperte, anche se molto primitiva e infantile; per esempio il sangue coagulato veniva descritto come una specie di verme dal colore rosso intenso.

Non dire mai “Oooops” in una sala operatoria.
Dr. Leo Troy

Esempio di strumenti chirurgici
utilizzati nell'antico Egitto
In Mesopotamia, nel II millennio a.C., i chirurghi assiro-babilonesi non si distinguevano molto dagli Egizi e anche loro provvedevano nella cura di ferite, fratture e simili in una maniera analoga. Al tempo, però, vigevano regole severissime per loro, infatti secondo il codice di Hammurabi, i chirurghi che fallivano in un’operazione dovevano sottoporsi all’amputazione di arti o falangi come punizione per la loro inettitudine.

Nell’Antica Grecia, uno dei primi medici a lasciare il segno fu Palamidas, che introdusse nella chirurgia l’utilizzo di molteplici strumenti quali forbici, bisturi e coltelli anche se rudimentali, sporchi e mal curati. Nell’Iliade viene anche descritta un’operazione effettuata su Menelao, che era rimasto ferito in guerra da una freccia che gli aveva perforato il polso; il re fu curato da Asclepio, semidio della mitologia greca e adattato a Esculapio dai latini, sinonimo di medico, che oggi viene usato per rappresentarne il simbolo.

Ma il vero apporto alla chirurgia lo possiamo attribuire a Ippocrate, pioniere della medicina: egli esalta la potenza della chirurgia, capace di intervenire dove non arrivava il soccorso ella medicina.

Quaecumque non sanant medicamenta, ea ferrum sanat; quae ferrum non sanat, ea ignis sanat; quae ignis non sanat, ea incurabilia putare oportet.
 
È lui stesso a introdurre il termine da cui oggi deriva la stessa parola: nel suo significato etimologico, Ceirourg ia indica la cura con arti manuali, “lavoro manuale”, tipico del chirurgo che era sempre stato colui che si avvaleva dell’uso della mano, nuda o munita di strumenti, seguendo le indicazioni del suo intelletto razionale.
Ippocrate viene ricordato oggi specialmente per due cose: il giuramento ippocratico, che ogni medico e chirurgo moderno deve fare, e la teoria umorale.

Il giuramento stabilisce il ruolo del medico nella società, incaricato di portare benessere fisico, spirituale, sociale e psicologico al paziente attraverso la giustizia, l’autonomia, la verità e il mantenimento delle promesse senza uccidere o recare alcun danno di proposito.

La teoria umorale invece fu di fondamentale importanza nei secoli successivi: Ippocrate riconosce nella personalità l’origine delle malattie, distinguendo quattro umori principali che vanno a determinare il carattere di ciascun individuo:


  1.  la bile gialla, che se in eccesso porta una persona a essere rabbiosa, collerica, permalosa e irascibile oltre che magra, furba e generosa;
  2.  la bile nera, causa malinconia, magrezza, facendo diventare la persona debole, pallida, triste e in alcuni casi anche avara;
  3.  il flegma, porta invece le persone a essere generose, serene, talentuose e anche pigre;
  4. e infine il sangue o umore rosso, che porta allegria nell’individuo oltre che a un senso di giocosità, ha anche una forte sessualità.


Nonostante le sue abilità chirurgiche e i metodi adottati non fossero molto migliori di quelli degli antichi Egizi, grazie a Ippocrate la chirurgia prende forma ufficiale, aprendo la strada all’anatomia vera e propria, non solo pratica ma anche teorica.
Le sue teorie, saranno di ispirazione per secoli nella storia dell’umanità e della chirurgia, tanto da diventarne il fondamento durante il medioevo, specialmente grazie al medico romano Galeno, di cui ne parlerò nella prossima puntata…



Grazie per aver letto la prima parte e alla settimana prossima con la seconda parte dedicata all’ antica Roma e al Medioevo. 


venerdì 15 aprile 2016

Il peggio di internet #9


Siamo alla nona tremenda puntata di questo scempio disumano. Oggi andiamo relativamente sul light. Facciamoci due tristi risate va...


CLASSIFICA DEL DISAGIO


#10 posto

A quanto pare recentemente Facebook si è riempito di foto di bambini, pargoli appena nati e via dicendo. Mi ci metto anche io dai, ecco le foto dei bambini più casinisti che abbia mai visto (dopo di me ovviamente).





#9 posto

Gemelli diversi...


#8 posto

Mi chiedo chi sia il malato di mente che ha partorito questa cosa.


#7 posto

"Mamma mamma posso andare sulla giostra?", ma che roba è?


#6 posto

Siamo in periodo di Torino Comics, ognuno fa cosplay a modo suo: c'è chi ci mette soldi, chi passione, e chi invece svuota la busta della spesa in pratica.


#5 posto

Rimorchiare: lo stai facendo nel modo sbagliato. 


#4 posto

I tatuaggi sono sempre una promessa nel mondo del trash. Eccone alcuni tra i più brutti in un post di Colombiaink.com messo su facebook: 

Non riesco proprio a capire che animale possa essere...

No comment

Identiche proprio

Cover up: ma anche no va...

Mi saguinano gli occhi...

E ora saliamo sul podio.

La medaglia di bronzo va a...

Alla cazzo di moda orrenda di farsi un taglio ad ananas. Non ne posso più di vedere video e foto di sto scempio.


L' argento va a...

'Sto coso. Che mi fa venire mal di testa... 


And the winner is...

RENZI! Con un post bellissimo trovato su facebook. Grazie alla pagina DJ Alejandro. Muoio dalle risate. 






Vi è venuto un certo languorino? Avete voglia di dolci? Ho io la soluzione per voi! Dei bellissimi, disgustosissimi cupcakes a forma di... capitelo voi. Ce n'è per tutti i gusti!!!



Sono davvero disgustata da ciò che ho trovato. Il prossimo articolo sarà dedicato ad alcune divertenti stranezze dell'inglese americano. Non perdetevelo e passate tutti un felice weekend ;) 

mercoledì 6 aprile 2016

Arcani Tour #8 – La Luna (Guest-Post di Marco Lazzara)


Oggi, cari lettori, ho una sorpresina per voi! Riprendo in mano il Blog dopo un periodaccio di assenza, lavoro e sfortune con un Guest Post di un autore fantastico che non smetterà mai di sorprendermi con i suoi racconti e articoli meravigliosi. Ma di lui ne avete già sentito parlare più e più volte, non sto a dilungarmi e lascio la parola a Marco Lazzara!

L’Arcani Tour è un giro promozionale del mio secondo libro, Arcani, per i blog che decidono di ospitare l’iniziativa. Il blogger che partecipa deve scegliere una carta dei Tarocchi, ognuna delle quali nel mio libro è rappresentata da un racconto, e riceve in cambio da me un guest-post correlato. Anna Massé (che ringrazio dell’adesione) ha scelto la carta de La Luna.


La Carta: “La Luna è la rappresentazione del sogno, della magia e delle illusioni. Le cose al chiaro di luna sono molto diverse da come apparirebbero alla rivelatrice luce del sole.”
Il racconto nel mio libro: Si tratta di Uno di Questi Giorni Alice..., in cui la piccola protagonista è tormentata da un pestifero ragazzino che con lei fa il bulletto...


Il Lato Oscuro della Luna

“E se con anche degli oscuri presagi la tua testa dovesse esplodere, allora ti vedrò sul lato oscuro della luna.” (Pink Floyd, Brain Damage, da The Dark Side of the Moon)


La Luna, il satellite del nostro pianeta, presenta sempre la medesima faccia rivolta verso la Terra: c'è quindi una parte della superficie lunare che non può essere vista da un osservatore che si trovi sul nostro pianeta. Questo è dovuto al fatto che i periodi dei due principali movimenti che essa compie nello spazio (rotazione sul proprio asse e rivoluzione attorno alla Terra) siano pressoché uguali; l’effetto è noto come rotazione sincrona, ed è comune a quasi tutte i satelliti del Sistema Solare. Per questa ragione, la Luna è divisa in due metà, separate da una linea di demarcazione chiamata terminatore: il lato illuminato, quello che è possibile osservare dalla Terra, e il lato oscuro, che invece ci è nascosto. Entrambi i lati sono comunque illuminati dal sole.
Come si può osservare anche a occhio nudo, la faccia illuminata della Luna presenta un aspetto disomogeneo, con zone di diversa gradazione di colore: alcune più chiare, gli altipiani o terre alte, accidentate e butterate da una gran quantità di crateri delle più varie dimensioni, e diverse zone più scure, chiamate mari, i quali in effetti sono pianure basaltiche, originatesi da antiche eruzioni di materiale incandescente.
Al contrario della faccia visibile dalla Terra, in quella nascosta sono scarsissimi i mari scuri e prevalgono invece le terre alte. Sul differente aspetto dei due lati sono state formulate varie ipotesi, ma la ragione di questa diversità non è ancora ben compresa. Si è ormai d'accordo nello spiegare la formazione di molti crateri, se non tutti, a seguito dell’impatto da parte di corpi precipitati dallo spazio; perciò una spiegazione semplice potrebbe essere individuata considerando che il lato illuminato è più protetto di quello oscuro per via della presenza della Terra, ovvero quest’ultimo può essere più facilmente bersagliato da meteoriti. Vi sono invece differenti punti di vista per quello che riguarda l'origine dei mari.


È noto da tempo che la Luna ha una forte asimmetria, dovuta al fatto che il suo centro geometrico è spostato di circa due chilometri rispetto al centro di massa. L'interpretazione più semplice che si può darne è che la crosta (più leggera) sulla faccia visibile dalla Terra sia più sottile di quella che si trova sulla faccia nascosta, dato che il centro di massa è spostato verso la Terra. Questa asimmetria può essere la conseguenza di una inomogeneità chimica avvenuta all'epoca dell'accrescimento, ovvero successiva al distacco della Luna dalla Terra durante la sua formazione: questo può aver infine portato alla formazione di mari sulla faccia visibile e alla loro quasi assenza su quella opposta.
Alcuni scienziati ipotizzano invece che, così come la forza gravitazionale lunare provoca le maree terrestri, analogamente la gravità esercitata dalla Terra potrebbe avere un effetto sulla Luna, specialmente sul lato illuminato, agendo esclusivamente sulla crosta.
Molti ricercatori sono piuttosto dell’idea che i mari si siano formati in seguito a un'intensa attività vulcanica, durante la quale della lava fusa, proveniente dall'interno della Luna, si sia depositata sui loro bacini. Ma questo non spiegherebbe perché sulla faccia nascosta i mari siano quasi del tutto assenti. Altri pensano che i bacini dei mari si siano formati per l'impatto di oggetti provenienti dallo spazio, e che la Luna sia semplicemente stata una massa di rocce fredde senza vulcani o movimenti tellurici come quelli della Terra: ritengono cioè che la Luna sia oggi essenzialmente com’era al tempo della sua formazione. Quando un oggetto colpisce la superficie lunare, produce nella zona dell'impatto un bacino di rocce fuse, increspato da onde circolari molto simili alle perturbazioni che genera un sasso gettato in una pozza d'acqua. In seguito le rocce si raffreddano, e il loro irrigidimento ferma il movimento dell'onda, congelandola per sempre. Sulla faccia oscura si trovano parecchie di queste strutture a onda congelata, mentre nessuna su quella visibile: ovvero l’esatto contrario di quanto avviene per i mari, suggerendo che se si togliesse dai mari della faccia visibile il materiale riempiente, si troverebbero al di sotto strutture di questo tipo.


Un'altra circostanza piuttosto strana è rivelata dalle registrazioni altimetriche ottenute durante il volo dell'Apollo 15: la differenza tra le altitudini e le depressioni è circa doppia sul lato oscuro della Luna rispetto a quello illuminato. Questo sembra poter essere spiegato solo supponendo che sulla faccia rivolta verso la Terra le depressioni siano state sommerse da un qualche materiale riempiente, come da un mare di materia dal quale sporgono solo le creste, e dato che le cime sono molto più acuminate sulla faccia invisibile che su quella visibile, questa sostanza avrebbe dovuto avere anche la capacità di smussarle. Per ottenere qualcosa del genere ci vorrebbe un materiale molto più friabile della lava, ad esempio della polvere.
Per ora rimane un mistero, ma forse un giorno scopriremo il motivo per cui il lato illuminato e il lato oscuro della Luna sono così differenti.


“Non c’è alcun lato oscuro della luna. In effetti è tutta scura.” (Pink Floyd, Eclipse, da The Dark Side of the Moon)

Per seguire gli altri post dell’iniziativa, vedi: http://tinyurl.com/hap3fs3
Link al mio libro: http://tinyurl.com/zwtwq9j